Nel 2016 la Commissione Europea avvia un programma politico (Communication: A New Skills Agenda for Europe – Working together to strengthen human capital, employability and competitiveness) a supporto degli stati membri per fronteggiare la crisi legata alla disoccupazione dei giovani, la loro difficoltà ad inserirsi negli adeguati mercati di lavoro e alla difficoltà delle aziende a trovare gli adeguati profili professionali per crescere ed innovarsi.

Si tratta di una serie di azioni volte a garantire ai cittadini dell’unione europea un supporto in termini di: qualità e pertinenza della formazione acquisita, aggiornata e adattata alle evoluzioni e tendenze del mercato in ambito digitale e tecnologico , ampliamento e riconoscimento di competenze trasversali, miglioramento della loro visibilità e comparabilità e creazione delle condizioni per intraprendere giuste scelte di carriera.

Le competenze trasversali giocano un ruolo fondamentale nella fase di inserimento nel mercato del lavoro e al raggiungimento di un buon livello di competitività. Competenze che vengono classificate come soft skills (skill della comunicazione, Teamworking e collaborazione, Adattamento, Problem solving, osservazione critica) combinate alle hard skills (l’apprendimento di una nuova lingua,l’acquisizione di certificati e titoli di studio) fanno già parte delle integrazioni applicate ai più moderni sistemi di educazione (spesso sono strutture scolastiche private oppure formule di apprendimento extra scolastiche) e sono in continua evoluzione e aggiornamento ma ancora non sufficientemente integrate al livello dell’istruzione e formazione formale.

“Più della metà dei 12 milioni di disoccupati di lunga durata sono considerati come bassi esperti. L’istruzione e la formazione formali dovrebbero dotare ognuno di una vasta gamma di competenze che aprono le porte alla realizzazione personale e allo sviluppo, all’inclusione sociale, alla cittadinanza attiva e all’occupazione. Queste includono l’alfabetizzazione, la numerazione, la scienza e le lingue straniere, nonché competenze trasversali e competenze chiave quali competenze digitali, imprenditorialità, pensiero critico, problem solving o apprendimento per l’apprendimento e l’alfabetizzazione finanziaria. “

Da una parte vi è la necessità di sopperire ad alcune mancanze nel percorso di istruzione formale legate a programmi scolastici rigidi e tradizionali disallineati con l’evoluzione dell’impresa e il panorama sociale.

Le prospettive di vita non sono più necessariamente limitate ai propri spazi geografici e dall’altra si mette in luce una questione fondamentale:

Non si tratta più semplicemente di acquisire competenze e riempire posti di lavoro standardizzati, l’impresa come la conosciamo oggi assume l’esigenza sempre più marcata di creare le condizioni per lo sviluppo di una mente imprenditoriale e la maturità della persona attraverso nuove forme di engagement applicate all’interno di dinamiche di gruppo e forme alternative di apprendimento che stimolano la fantasia, l’intuizione il dibattito e la sensibilizzazione verso argomenti di attualità e rafforzano lo spirito leader, di competitività e quello imprenditoriale.  Troppe poche persone hanno le mentalità imprenditoriali e le competenze necessarie per creare la propria attività.

Secondo le ricerche attuate dalla revisione della Commissione Europea all’interno del nuovo quadro politico , 70 milioni di giovani cittadini europei hanno carenze nella capacità di scrittura e lettura, e ancora di più presentano difficoltà ad adeguarsi alla trasformazione digitale che ha cambiato il modo di comunicare e di lavorare causando un’esclusione a livello sociale e lavorativo importante.

“Per un giovane su due l’università non prepara al mondo del lavoro”

E’ quanto emerge da ricerca condotta su oltre 10mila ragazzi, tra laureati e studenti, promossa dal Gruppo San Pellegrino, presentata alla Iulm, in occasione del convegno sul tema “Giovani e Lavoro: quale sistema tra Università e Aziende per favorire l’occupazione e valorizzare il Made in Italy”

In questo senso nasce la volontà da parte dello Speech Club di costituirsi al fine di dare l’opportunità ai ragazzi di far parte di una comunità a livello cittadino in grado di fornire attraverso un programma di workshop e attività extrascolastiche gli strumenti base necessari all’ampliamento delle soft e hard skill al fine di formare i giovani nel pieno spirito di innovazione e crescita necessari per rendersi competitivi all’interno del mercato del lavoro e offrire un orientamento che rispetti a pieno le capacità e le ambizioni dei giovani ragazzi fortificando le loro prospettive future di studio e/o di lavoro e incoraggiando i loro progetti e le loro passioni. Un beneficio che può di certo giovare alle aziende.

Per questo motivo il lavoro di formazione è pensato su lunga prospettiva, nell’idea anche di creare delle vere e proprie opportunità di incontro e di lavoro attraverso tirocini e alternanza scuola/lavoro all’interno di aziende e realtà imprenditoriali associate al nostro programma in qualità di partner.